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martedì 6 dicembre 2011

Lapponia chiama Città Eterna

« Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere. » Stendhal

Per chi come me non è mai vissuto in una grande città e non conosce lo stress e la fatica di vivere nel traffico e nelle code, una gita nella capitale ha il sapore del nuovo e del divertimento.
Viaggiare in taxi è la cosa che preferisco. I nomi sono quanto mai appropriati ; orso 22, lupo66, alce 24. Davvero ! E’ sempre così. Una volta un tassista mi disse : Scommetto che viene dal Nord? Si , gli risposi… dal circolo polare artico!! Ah.. non da Milano.. e cosa fa?.. guido le slitte trainate dai cani … le reazioni a questa risposta sono le più disparate.. molti non sanno bene se si trovano davanti ad una squilibrata o se al contrario faccio sul serio. L’ effetto sorpresa funziona sempre e lo sconto sulla corsa è assicurato.
La cosa più sorprendente della capitale è che ad ogni angolo ti trovi davanti a monumenti di rara bellezza ad un tripudio di statue, palazzi antichi e bellissimi . Soffro ogni volta di una specie di “sindrome di Standhal, quel particolare stato d’ animo , che si manifesta di fronte ad opere d’ arte . Ti senti a disagio e non sai bene se rimanere o fuggire a gambe levate. Penso a Edith Warton, a Henry James a Hawthorne, tutti americani, senza passato, il cui impatto con la città eterna , con i monumenti la sua storia sconvolge e lascia interdetti.
A parte queste considerazioni di stampo romantico ,devo ammettere che l’ asse Lapponia – Roma ha qualcosa di sconvolgente. Come è naturale che sia.
Nell’ ottica lappone , questa corsa sfrenata al regalo a tutti i costi, questo pellegrinaggio da un negozio all’ altro, questo assalto morboso agli scaffali pieni di vestiti, accessori, cibi , dolci , suona molto strano. Si diventa bulimici senza saperlo. Un tipo di bulimia che riempe vuoti , colma spazi , si torna a casa con il portafoglio alleggerito ma con il cuore che ti dice che in realtà non te ne frega niente e che vorresti essere a 1000 km di distanzaPresa “in ostaggio” da una mia cara amica , la settimana di shopping nella capitale mi ha messo a dura prova. Non solo perché la mia carta di credito rilascia al massimo scontrini con un saldo pari a zero ma anche perché il ritmo frenetico della città è insostenibile. I negozi straripano di tutto, di gente, di merci. Tutto uguale, tutto in serie. Il tipico, l’ originale non esiste più. Consumo dei pasti frettolosi all’ impiedi , 16 euro per una cotoletta con patate accanto ad una ragazza dall’ aria sconvolta che dice di lavorare come precaria in uno studio di architettura. Dice che viene dalla campagna, dalla Puglia , dove ancora ci si siede a tavola, si pranza regolare . Le manca la natura, il verde, le campane del paese. All’ uscita, una troupe televisiva mi segue e una bella ragazza impellicciata e con due dita di make up mi dice se acconsento ad un intervista. Cercavano qualcuno che fosse toro o sagittario, peccato gli dico sono della bilancia. Scappano via accalappiando altri ignari che sperano nella buona stella e perché no avere un attimo di notorietà.
Nessuno fa più caso a nulla. Mendicanti ti fermano continuamente per strada, altri ti invitano a comprare delle rose, degli accendini. Cresce la diffidenza, la paura dell’ altro, che ti rubi, ti faccia perdere tempo, ti venda qualcosa. Mi fermo a comprare il biglietto del treno alle macchinette, non mi prende le 10 euro, forse sono un po’ stropicciate. Chiedo al mio vicino, che sta facendo la stessa cosa se ha altre 10 euro o due pezzi da 5. Mi guarda con aria scocciata, infastidita e mi risponde un brusco no. Poi ci ripensa, forse si è detto massì non sarà l’ ennesima truffaldina e mi dice,aspetti aspetti guardo nel portafogli e tira fuori due pezzi da 5 con il sorriso. Ci sentiamo entrambi sollevati e ci salutiamo con un cordiale buona giornata. Per dire…. Se si allenta la tensione ci si accorge che in fondo tutti ma dico tutti cerchiamo la stessa cosa. La seta di amore e di affetto è ricercata a qualsiasi latitudine e dei giorni particolari come il Natale rendono particolarmente sensibile questo argomento. Il guaio è che preso dal vortice degli eventi ti dimentichi inconsapevolmente che siamo a Natale. TI dicono auguri e ti dici, ma di cosa non è il mio compleanno !!


In lapponia invece ci sono i Tomte, gli gnomi protettori delle famiglie dei contadini. A pochi metri da casa anche io ne ho uno. Se ne sta dritto in piedi davanti a una piccola casetta e vigila sul benestare dei suoi abitanti. Secondo la tradizione tutti dovrebbero avere un tomte. Lui , protegge la tua casa, sorveglia gli animali nelle stalle . E poi ogni casa che si rispetti deve avere lo Julbock ovvero la capra del Dio Thor . Un Dio che solca i cieli con la sua slitta trainata da capre per proteggere il mondo dai cattivi.
Le finestre delle casette sono illuminate per tutta la notte con una sorta di candelabri di legno rosso dipinti a mano . Celebrano l’ avvento e rimarranno accese per tutto il periodo natalizio.
I due negozi di alimentari sono ricolmi di dolci Natalizi. Biscotti allo zenzero, brioche allo zafferano e maritozzi con la panna con un cuore di marzapane. Vendono pure un kit per costruire casette mangiabili di biscotto friabile, con tutti gli accessori per fare finestre, porte , mobili…il tetto si può fare con i mars. Ogni anno, come ogni modellino “ikea” che si rispetti non riesco mai a montare le finestre e quindi le mangio per prime per non rovinare ulteriormente l armonia della casetta. Il tetto mi crolla quasi sempre, forse ci metto troppe tegole e troppa glassa.
Il giorno di natale si va in slitta , tempo permettendo. La riserva del Rogen è a soli 10 km. Si preparano due slitte e ci avvolgiamo con coperte e calde pellicce di renna. I cani vogliono partire, non è prudente girargli intorno, sono troppo eccitati. L’ istinto alla corsa verso la libertà è troppo forte. Il loro abbaiare diventa assordante. Poi si toglie il fermo, la slitta comincia a muoversi e piano piano si sente solo lo scalpiccio dei cani sulla neve, il fruscio della slitta e il rumore del vento….
Che contrasto… mi è appena cascato l’ occhio su un libro appena uscito dal titolo : Negri, Froci, Giudei,.. l’ eterna guerra contro l’ altro… e penso con orrore l’ epoca che stiamo vivendo.
Penso ai miei animali, alla natura . alla neve, al mio mondo vestito di bianco che con una pennellata cancella ogni giorno le infamie . Apri la porta e non vedi altro che il bianco e il blu del cielo e ti senti in paradiso. Penso e ripenso che sono anche un “ animale sociale” e che tutto ha un prezzo.
La gita a Roma mi è piaciuta molta fin tanto che sono stata spettatrice. Bello rimettersi i panni della “femme fatale”, tacchi, trucco, borsa e scarpe alla moda. L’ ossessione della magrezza a tutti costi, del vestitino alla moda, di apparire bella e uguale alle altre . ma poi quando torno a casa alla sera e mi libero degli accessori ritorno sempre io e l’ io che mi porto dietro ha paura di ricadere nella trappola da cui credeva di essersi liberata qualche tempo fa.

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