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martedì 31 gennaio 2012

Luce del Nord



Io e Ginger siamo simili. Entrambi amiamo gli spazi aperti e quell' irrefrenabile  istinto di fuga che si manifesta quando la realtà entra prepotentemente nelle  nostre vite imponendo cambiamenti di rotta. Più il tempo passa e più la condizione di avere degli scampoli di mondo, di terra, su cui rifugiarsi  diventa imprescindibile. Ginger ha un istinto formidabile - il vento gli  porta sempre  dei messaggi - alza il muso e protende tutto il corpo verso l'ignoto alla ricerca di un qualcosa che ha risvegliato istinti sopiti. E' un animale gregario abituato a stare nel pack , come una grande famiglia , nonostante le abitudine domestiche sente l' istinto della caccia, delle sfida, della preda. E' questione di un attimo, appena l' odore giunge  alle sue narici deve fuggire, inseguire qualcosa che noi umani non percepiamo  perchè non è sotto la nostra vista e nemmeno sotto il nostro fiuto. Purtroppo non sempre può seguire fino in fondo il suo istinto. Per quanto sia nato libero come me ha anche lui dei compiti, delle regole da seguire - condizione necessaria per la reciproca convivenza. Se potesse essere libero di vagare non avrebbe una lunga vita. Siamo nel territorio delle renne - nella mia zona ci sono due comunità di Sami - popolo  indigeno - allevatore di renne-   Anche per questo popolo l' allevamento è fonte primaria di vita, di lavoro di business-  e qualsiasi potenziale predatore che attenti alla vita delle renne  non verrebbe risparmiato. Per ovviare a questo e tutelare anche le altre specie animali- come ad esempio il lupo - il governo svedese ha attuato un programma al quanto singolare; ogni qualvolta un lupo si avvicina al terrorio dei sami viene narcotizzato e trasportato in altre aeree. Non so quanto questo sistema possa tutelare la vita di entrambi gli animali. Certo è la natura deve pure seguire il suo corso. E qualsiasi scelta e forzatura sulla natura sembra sempre inadeguata. 

C'è una luce speciale nel Grande Nord - cristallina , vivida -  sfuma nell' azzurro quando i raggi del sole e il cielo si riflettono sulla neve candida. Spesso folate di vento spostano cumuli di neve fresca da una parte all' altra formando una visione ottica molto particolare e simile ai deserti. Onde di neve bianca con sfumature di blu formano dei disegni  fantasiosi , dolci ondulazioni  che si susseguono l' uno sull' altra come ad inseguirsi. 
In un area così remota  il senso di appartenenza alla terra , alla natura si fa più vivido. Senza o quasi, la presenza umana e senza costrizioni, regole,incombenze, catene, quando  hai la fortuna di poter passare un pò di tempo in queste zone remote, cominci a valutare l' essenza delle cose. Ti sorprendi a guardare nei minimi dettagli , la consistenza della neve, le forme di vita che incroci durante le escursioni  come i piccoli lemming - simili a criceti- nascosti sotto la neve che fanno capolino dalle loro tane  per poi sparire repentinamente scavando tunnel sotto il manto innevato - le tracce delle volpi artiche , dei daini nelle ore notturne - le pernici bianche dalla livrea immacolata  che con fatisca si scorgono  sui rami di betulla  mentre si affrettano a prendere il volo. Anche Ginger come me è attento a tutto questo e spesso ci fermiamo per lunghi istanti a scrutare l' orizzonte.
Ognuno ha la sua dimensione e senz' altro la solitudine - termine temuto ai più - ha una sua valenza se è frutto di  una scelta.
E' un momento in cui a molti farebbe  bene soffermarsi -  non mi riferisco ad una solitudine sinonimo di emarginazione - di estraniazione da un contesto umano e sociale - ma quella  - per fare chiarezza per individuare priorità, che se bene chiare ci portano ad un rapporto più sereno con gli altri e con noi stessi. Una volta individuato ciò che per noi  è essenziale, importante - tutto il resto che ci circonda  è un corollario,  che può e deve esserci ma che non modifica le idee di fondo del proprio  essere. Per quanto possible la natura ci aiuta e in questo, mi sento più vicina ad essa anzichè ad una società il cui contesto se non dominato investe le nostre vite come un boomerang.
Per il Nord ho sempre avuto un attrazione speciale - non che non prediliga spiagge assolate - ma trovo nel Nord - nel Grande Nord - un mistero  particolare. Questa stessa luce, queste immense distese fatte di nulla  mi riportano alla creazione - quando tutto ebbe inizio.
Quando gli elementi si infuriano, il buio scende e folate di vento e neve gelida ti penetrano ovunque. L' istinto è scappare ma se per un attimo ti soffermi a guardare ti senti parte di quella furia , di quelle veemenza della natura - non vedi più niente se non le cime degli esili alberelli oscillare da una parte all' altra  poi - dopo qualche attimo - ritorna la luce - il vento si è fermato ed il paesaggio ancora nuovo , diverso. Nuove colline di neve si sono formate ed hanno ridisegnato le geometrie di un tempo, gli alberi ritornano nella loro posizione , le sue fronde hanno perso la neve e le  timidi pernici  ritornano a posarsi.
Questo improvvisarsi del tempo mi affascina. Il non costante, il fuori dagli schemi,  dalle righe se da una parte sconcerta dall' altra ti immerge in un equilibrio precario in balia degli eventi. Ed ecco che apprezzi di più le cose. Del resto lo avevano anche scoperto i giovani monaci tibetani. L' essere attaccati a certezze materiali e tangibili se da un lato trasmette  sicurezza dall' altro rivela la  nostra debolezze nelll' incapacità di afferrare ciò che non sempre si vede. E' in questo "afferrare" che sta il senso di tutto. Appropriarsi di ciò che uno ha di più intimo e che non si può misurare con la ricchezza,una casa, una macchina. Quel qualcosa che nonostante ciò che potrebbe accadere  nessuno potrà mai toglierci.




  

lunedì 26 dicembre 2011

Un idea di fondo

Prima della mia “fuga” in lapponia ho svolto per qualche tempo la professione di guida ambientale escursionista nel Parco Naturale della Val’ d’O rcia. 

L’ andar per via non è l’ attività preferita da noi italiani. Si certo, la natura incontaminata, il picnic fuori porta, il barbecue soddisfano la nostra voglia di isolarsi per un pò dal caos quotidiano. Ma siamo anche quelli dell’ avanti c’è posto” e qualsiasi sforzo che vada al di là delle normali azioni quotidiane diviene un a fatica insopportabile. Già, come non essere d’ accordo. Fare i famosi due passi a piedi e per giunta pagando è qualcosa che a noi italiani non va proprio giù. Forse riusciamo a convincerli indorandogli la pillola con titoli evocativi quali “ passeggiate gastronomiche” . “Tour dei vini“ dove l’ assaggio è gratis naturalmente! 

Fare la guida quindi, almeno quella ambientale non è particolarmente remunerativa e se non fosse per quei tre o quattro malcapitati stranieri si potrebbe davvero chiudere i battenti. Come tutte le professioni per lavorare come guida ambientale è pressochè arduo ; bisogna associarsi a tizio e caio e se vuoi fare l'autodidatta diventando libero professionista, pria di guadagnare devi metterti in testa di pagare. Gli iter burocratici in Italia sono lunghissimi e alla fine ti passa pure la voglia e l' entusiasmo.


L' alternativa per me, è stata quella di emigrare. Fare esperienze con altre culture, seguire chi come me aspirarava ad altro. Spagna, Inghilterra, Austria, Svezia. Ho imparato cos'è la disciplina, la professionalità , la passione per il lavoro, per la natura ,e sopratutto trasmettere agli altri nuovi orizzonti a cui guardare.

Così a poco a poco a fianco della profesione di guida ambientale ho acquisito nuove conoscenze.  Non avevo particolari attitudini per lo sport e né per cosi dire provenivo da una famiglia agiata dove tennis, equitazione, golf, e una puntatina a Cortina di tanto ti introducevano nel mondo delle tute firmate e degli occhiali a specchio. 

Provenivo da una famiglia normale , figlia di impiegati dove al massimo potevo permettermi una nuotata due volte a settimana nella piscina comunale.

 

E dopo una vita quasi “normale” la rivelazione : Lo sci di fondo. 



Sono stata un anno in Austria a Seefeld a 20km da Innsbruck dove ho fatto dei corsi e ho conseguito il brevetto. 
All’ inizio direi un po’ traumatico, quando ad es in uno scatto di rabbia ho preso il primo paio di sci di fondo che mi capitava per le mani e mi sono lanciata per un percorso impervio senza pensare di “ sciolinare” cioè di mettere uno strato di cera sotto gli sci prima di partire. Conseguenze traumatiche poiché senza cera lo sci non aderisce al terreno ed è impossibile andare avanti , si scivola troppo e le cadute sono inevitabili. Insomma , durante quel periodo avevo sciato ovunque - in Innsbruck, Seefeld, Lautach -  e facevo persino la collezione dei punti per guadagnarmi la medaglia di bronzo che gli uffici turistici regalavano una volta accumulato un tot di  km sulle piste.  



Per un italiano lo sci di fondo è roba da “schiappe” di quelli “vorrei sciare, ma non posso “. Per i benpensanti ignoranti fare fondo è sinonimo di sfigati non paragonabili alle grandi emozioni ben più tangibili e alla moda dello sci alpino. 
Ho avuto molti clienti  italiani in Svezia che venivano a fare fondo ma sempre con l' anatema degli amici o dei colleghi di lavoro -  ma dove andate? siete matti? a fare fondo,che scemi "

Mi viene da ridere a pensare quanto siamo ridicoli e quanto tutto questo indichi menti piccole e retrogradi. Lo sci di fondo in Svezia è sport nazionale, quasi una ragione di vita. Nel corso degli anni ho avuto il privilegio di conoscere grandi nomi dello sci di fondo Svedese e Norvegese ed è bellissimo e commovente partecipare ai loro allenamenti, alla fatica e allo stesso tempo alla bellezza di questa disciplina. In Italia è uno sport minore, che vale meno che zero, che peccato !! 





Il mio più grande desiderio era quello di portare la nostra nazionale ad allenarsi qui. Ma  non è stato possibile fare nulla. Burocrazia e politica non lasciavano e non lasciano  alternative. 


Una volta imparate le tre o quattro regole fondamentali il fondo è un esperienza fantastica, ti consente una full immersion nella natura , divieni come parte di essa . Senza contare che per le signore e  signorine è un ottimo sistema per risollevare le sorti del sederino e di altri annessi - esigenza – mi sembra -  prioritaria nel mondo reale. 



Quando il Forbes chiama...

Il Forbes, una delle riviste più prestigiose e glamour americane ha recentemente invitato ad indicare attraverso il loro sito tutti gli under 30 che per capacità, idee e intraprendenza potrebbero  fare la storia.

L' articolo di Luca de Biase, in proposito  - apparso il 21 dicembre 2011 - sul Corriere della Sera appare illuminante :
""Per trovare i giovani, Forbes ha aperto tempo fa uno spazio per nomination sul suo sito e sui social network. E ha organizzato 12 panel di esperti per 12 settori di attività per valutare le candidature. Una classifica finale sarà pubblicata dalla rivista in formato cartaceo nei prossimi mesi.
I settori prescelti sono: arte & design, energia, spettacolo, finanza, alimentazione, legge & politica, media, musica, immobiliare, scienza, social media, tecnologia. Come ogni classificazione del genere è arbitraria: perché media è diverso da social media? perché spettacolo è diverso da musica? perché immobiliare interessa tanto quanto scienza? Vabbè. Queste classifiche, appunto, sono sempre arbitrarie.
Sulla base delle segnalazioni dei lettori di Forbes, in stragrande maggioranza americani, e dei panel scelti dalla redazione americana della rivista, sono arrivati alla pubblicazione preliminare sul web circa 360 giovani, quasi tutti americani o che lavorano in America. Ci sono alcuni britannici, un paio di francesi, una russa, altre persone che non sono nate negli Stati Uniti (in Cina e in India per esempio). Ma bisogna ammettere che salvo minime eccezioni i giovani che hanno una storia e che faranno la storia, secondo Forbes, lavorano negli Stati Uniti.
Questo non esclude solo i cinesi che lavorano in Cina o i giapponesi, i tedeschi, i brasiliani che fanno la storia nei loro rispettivi paesi. Ma anche gli italiani. Dalla Francia e dalla Russia, comunque, qualcosa è arrivato. Non da molti altri paesi.
Se ne deduce che non ci sono stati italiani che hanno avuto voglia di segnalare a Forbes il nome di un giovane italiano in gamba. D'altra parte, Forbes in Italia non è letta in modo diffusissimo. Si può immaginare che se avrà una certa presa, questa classifica alla sua prima edizione potrà convincere gli italiani, nei prossimi anni, a segnalarsi e a segnalare giovani italiani meritevoli di attenzione. Quando da tutti i paesi arriveranno segnalazioni, comincerà una vera competizione: in quel caso ce la faranno gli italiani?"

Ecco, a me non ha segnalato nessuno :) e non so se farò la storia
ma almeno ci sto provando e sono italiana.

http://www.forbes.com/sites/robertobonzio/2011/12/20/tourism-entrepreneur-in-lapland-thanks-to-the-web/


venerdì 23 dicembre 2011

La magia del Natale



La neve, bianca, fresca, farinosa scendeva lentamente ogni notte.


C’era  una strada secondaria proprio dietro 
casa. E’ da li che con la tavola dello snowboard ci piaceva serfare  fino a valle rompendo con le nostre grida il silenzio della notte. Intorno piccole casine residenziali, illuminate da piccole luci proprio come nelle  favole per bambini. 
La notte, in Svezia non è poi così minacciosa. Le finestre delle casesono grandi, generose, accoglienti..I davanzali  sono adornati di passamanerie, candele, ninnoli e licheni essiccati per tenere lontana  l' umidità.  Con l’ arrivo delle festività, sulle finestre si depongono dei candelabri  a sette luci, per celebrare l’ Avvento.


Per strada,  nella penombra delle case illuminate,  è facile intravedere caprioli, daini  che escono  in avanscoperta . Di solito sono gruppetti di  4 – 6  esemplari che silenziosamente si avvicinano alle case.

I vicini lasciano   sempre del foraggio a disposizione per aiutare gli animali nel periodo invernale. 


 Più volte, grazie ad uno stratagemma avevo sorpreso gli animali vicino alle mie finestre e non erano sempre daini.  Per osservarli da vicino avevo fissato una lenza tra due paletti e legato la sua estremità ad una forbice che penzolava all' interno della finestra. Ogni qual volta un animale avesse urtato la lenza la forbice avrebbe funzionato come un campanello d' allarme sbattendo sugli stipiti. Così , quasi ogni notte assistevo al passaggio di daini, cervi, lepri artiche  e una volta mi ritrovai  a faccia a faccia con una volpe enorme che sobbalzò anche lei alla mia vista  e si ritirò nel bosco.

La   sera,c’era  poco da fare. Non c' era nè   Santoro nè Ballarò ad inquietare gli animi  - le uniche incursioni erano quelle degli  gli animali che di notte uscivano  dal bosco   perdendosi  nel buio.

E’ proprio in una notte di quelle  - complice  la neve soffice appena caduta ed una splendida luna - che con lo snowboard  decidemmo   con  alcuni amici  di uscire  a divertirci nella neve fresca.. Passare dall’ Hotel abbandonato -chiamato dai locali ,ghost hotel avrebbe richiesto  un bel coraggio.  Un enorme- casermone.,   con piu di 80 camere chiuso da anni. sovrastava la strada. Ci imponemmo di non guardare attraverso le finestre illuminata dalla luna piena , nessuno di noi aveva in tenzioni di scorgervi  fantasmi o figure sinistre. E figuriamoci se ci avremmo provato !  Ben intenzionati a scivolare giù con lo snoboard sotto il sedere non vedevamo l' ora di prendere velocità.

Alla fine della strada ci accorgemmo che un  gruppetto di persone era radunato intorno ad una piccola casetta di legno . Aveva un piccolo lume centrale. Stavano allestendo la casa del Tomte e da quella sera  gli avrebbero portato da mangiare fino alla fine delle festività natalizie. Vedete, anche la Svezia ha i suoi nani. :)
Questo piccolo gnomoè il protagonista delle notti di Natale. Nella tradizione svedese è amico di tutti i contadini fino a prova contraria.

Ogni fattore ha bisogno di un tomte che protegga gli animali della fattoria che si occupi del foraggio e che dia benessere alla famiglia del fattore, Il tomte pretende poco in cambio. Un po di porridge  ogni sera accompagnato da burro a volontà. Il tomte di solito dorme accanto agli animali , nelle stalle, nell’ aia e sorveglia l’ andamento della fattoria. Se è necessario, nelle notti boreali, il tomte ruba dagli altri vicini un po di cibo per riempire  le mangiatoie degli animali.
 Ma la sua ira è terribile. Se gli manchi di rispetto e non gli dai da mangiare si allontana ed abbandona il fattore e la fattoria al suo destino. E' un tipetto irascibile, permaloso e per un nonnulla va su tutte le furie. Si racconta che la figlia del fattore una volta nascose il burro per fargli uno scherzo.  Il tomte alarmato mise a ferro e fuoco la fattoria, tutti gli animali scapparono dalla paura e il fattore cadde in rovina. Solo dopo pressanti suppliche, scuse e doppie dosi di burro che  il fattore ebbe di nuovo la protezione e  l' affetto del tomte  e la famiglia continuò a vivere felice.
C'è poco da scherzare. Gli svedesi, come i norvegesi che vivono nelle zone rurali, mntengono questa tradizione  e grandi e piccoli non mancano ogni sera di portare fuori nella casa del tomte un po di cibo affinchè sorvegli la casa e i suoi abitatori.
All' indomani della scoperta notturna anche io decisi di costruirmi un piccolo tomte da mettere sulla finestra  Non si sa mai è meglio seguire le tradizioni ed ingraziarsi gli spiritelli.


lunedì 12 dicembre 2011

Come la neve

La neve attutisce i rumori. Spesso cade in piena notte ed è il momento più bello. Attraverso i vetri la vedi scendere piano piano e non importa l’ ora vorresti subito correre  giù e calpestare per primo quel soffice manto.  La neve ricopre gli alberi, i tetti , le strade. Ricopre persino quei casermoni brutti laggiù che vorremmo togliere e non vedere mai più.  Ricopre i monumenti anneriti dallo smog e la spazzatura che orla  i bordi delle strade e che molti gettano via con noncuranza. Bottiglie di plastica, di vetro , fazzoletti , cicche di sigaretta , preservativi . Un ordinaria inciviltà che non accenna ad arrestarsi. Ricopre i cumuli di immondizia frutto di decenni di speculazione, ricopre scorie pericolose e residui di fabbriche poste accanto alle falde acquifere per avvelenare gente ignara.  Molti sanno ma nessuno infondo vuole vedere – mors  tua  vita mea -   
e la neve scende.
La neve scende  ad allietare i bambini, gli unici  che la amano davvero. Giocano  con le facce rubiconde e i nasini arrossati e non sembrano avere freddo. Anche gli adulti si lasciano andare e con la scusa di far giocare i ragazzini si divertono pure loro. E la neve scende. Per imbiancare anche le nostre coscienze. A Natale si diventa più buoni  e la neve ci riporta a tanto tempo fa quando eravamo piccoli. Ciascuno di noi ha un momenti  particolare da ricordare, un gesto, un profumo, un regalo. Forse eravamo più felici perché non c’ erano miriadi di cose come adesso.

Il periodo di Natale è quello più bello ed è anche il momento che la neve fa la sua comparsa. Dovrebbe.

Un tempo  quando l’ inverno si poteva definire tale, sciarpe , cappelli , guanti avevano ragione di esistere. Ci si vestiva bene bene  e ci piaceva un sacco  fare lunghe passeggiate. Adesso siamo forse più fiacchi, pigri e anche il tempo non ha più voglia di fare il suo corso. I negozi sono stracolmi di pesanti vestiti invernali. Grosse sciarpe, cappelloni, giubbotti imbottiti ci avvolgono come mummie. Ma per andare dove? Vi assicuro che nemmeno nei paesi nordici ci si veste così. Abbiamo perso anche il senso della misura Passeggiando per le strade cittadine si vede molte persone  indossare stivali con il pelo e intabarrati in sciarpone con temperature quasi primaverili. Se si schiatta di caldo poco importa . Lo stivale da 200 euro va comunque mostrato.

Nel paese dove vivo da  quasi 8 anni la neve permea le cose per 265 giorni l' anno. Appena la neve si raccoglie per le strade e si sporca  ecco che un altro manto di neve ricopre quello c' era prima e così via,   strato dopo strato,  giorno  dopo giorno . Nel territorio dei Sami , dove pascolano le renne i pastori appendono delle strisce di stoffa colorata per evidenziare il passaggio delle renne ed avvertire gli automobilisti in transito.  In queste distese aperte questi piccoli pezzeti di stoffa svettano sul manto innevato rompendo la monotonia del grigiore perenne.
A ben guardare è possibile avvistare qualche renna mentre con tutto il muso e aiutandosi con le corna cerca di scavare sotto la neve per trovare i licheni il  loro cibo preferito. E così che in queste giornate di neve e di vento è più facile uscire fuori che stare a guardare da dietro le finestre. Pochi km da casa e puoi persino tentare con gli sci ai piedi di raggiungere questi timidi animali, di toccarli e incominciare  credere  di essere veramente nella terra delle fiabe.












mercoledì 7 dicembre 2011

Zenzero e cannella

 Le notti artiche sono magiche , luminose. La luna si riflette sul lago ghiacciato e nell’ aria c’è polvere di stelle. Tutto luccica e ci prepariamo al Natale.
Gli animali protetti dall’ oscurità escono dalle foreste e i tomte, gli gnomi della scandinavia , illuminano loro la strada. Mettiamo un po’ di cibo fuori,, del foraggio per i daini e per le renne che a passo felpato lasciano tracce sulle neve fresca e si aggirano guardinghi in cerca di qualcosa da mangiare. La tentazione di uscire è forte, i bambini scalpitano.Zenzero e cannella sono nell’ aria. La farina è ovunque. I bimbi si imbrattano in cucina e io con loro. Impastiamo la farina, giochiamo con le perline colorate per le decorazioni. Costruiamo le capanne e i cuoricini di pastafrolla al sapore di spezie che decoreranno le nostre case. Difficile resistere alla tentazione di non addentare i fragranti biscotti di cioccolata che sono messi a raffreddare sull’ enorme tavolo della cucina.
I bambini svedesi sono belli con le guance tornite , le labbra rosse vermiglio e i capelli biondi e lucenti come fili di seta. Si dipingono la faccia di cioccolato , di melassa,portano i cappellini rossi con il ponpon per festeggiare l’ arrivo di babbo natale. Mi guardo intorno con meraviglia imbrattandomi anche io di farina e cioccolato per meglio immedesimarmi tra di loro.E’ la vigilia di natale più dolce che abbia mai vissuto.
Lascio i bambini giocare, Ann Sofi la più grandicella dei 3 fratellini mi vieni incontro, mi abbraccia. Non ci capiamo, entrambe parliamo lingue diverse. Sembra febbricitante dall’ eccitazione per l’ arrivo di babbo natale ha i capelli scarmigliati le gote rosso fuoco. Vuole essere presa in braccio mi indica la finestra, vuole vedere se lui è arrivato.

La neve continua a scendere ormai ininterrottamente da due giorni. Un manto bianco ha permeato colline e valli, gli alberi si curvano per il peso e di notte enormi ammassi di neve si abbattono fragorosi al suolo svegliandoci. La bambina chiude gli occhi sta dormendo e mentre l’ accarezzo penso alla mia casa. Come è lontana Terre, ghiaccio, foreste, ponti, autostrade mi separarono da lei. Quest’anno la mia vigilia di natale è diversa , non ci sono vestiti da indossare per la festa , non ci sono tavole da imbandire, vuoti da riempire con insulsi regali fatti tanto per fare e convenevoli da elargire come scatole di cioccolatini. Non dovrò fare finta di divertirmi e stupirmi per cose già riviste o scontate.
Con questa atmosfera magica e ben lontana dalla quotidianità delle città mi aspetterei davvero di vedere da un momento all’ altro il vecchio signore con la barba bianca che lascia i suoi doni davanti alla casa. Guardo Ann sofi che sta dormendo come un angelo. Beati i bambini, forse lei a quest’ ora avrà già incontrato un popolo di gnomi, troll e fate pronti ad assecondare i suoi desideri.
Ci sono alcune casette in lontananza, le luci accese, le grandi finestre illuminate da tante candele, c’è un focolare e la gente festeggia. E’ un natale composto, senza sfarzi ma non per questo meno intenso e profondo.

Alcuni attendono la carrozza trainata dai cavalli per assistere alla santa messa nella chiesa del paese. Il freddo da queste parti non sembra essere uno ostacolo. La gente indossa calde pellicce, di quella di una volta senza bottoni ma con un'unica stringa rossa che li avvolge completamente. Portano anche i bambini avvolti in pelle di renna e li seguo perdersi nella notte mentre vengo richiamata dalle risate dei bimbi seduti per terra che mi chiamano per giocare ancora con loro.


martedì 6 dicembre 2011

Lapponia chiama Città Eterna

« Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere. » Stendhal

Per chi come me non è mai vissuto in una grande città e non conosce lo stress e la fatica di vivere nel traffico e nelle code, una gita nella capitale ha il sapore del nuovo e del divertimento.
Viaggiare in taxi è la cosa che preferisco. I nomi sono quanto mai appropriati ; orso 22, lupo66, alce 24. Davvero ! E’ sempre così. Una volta un tassista mi disse : Scommetto che viene dal Nord? Si , gli risposi… dal circolo polare artico!! Ah.. non da Milano.. e cosa fa?.. guido le slitte trainate dai cani … le reazioni a questa risposta sono le più disparate.. molti non sanno bene se si trovano davanti ad una squilibrata o se al contrario faccio sul serio. L’ effetto sorpresa funziona sempre e lo sconto sulla corsa è assicurato.
La cosa più sorprendente della capitale è che ad ogni angolo ti trovi davanti a monumenti di rara bellezza ad un tripudio di statue, palazzi antichi e bellissimi . Soffro ogni volta di una specie di “sindrome di Standhal, quel particolare stato d’ animo , che si manifesta di fronte ad opere d’ arte . Ti senti a disagio e non sai bene se rimanere o fuggire a gambe levate. Penso a Edith Warton, a Henry James a Hawthorne, tutti americani, senza passato, il cui impatto con la città eterna , con i monumenti la sua storia sconvolge e lascia interdetti.
A parte queste considerazioni di stampo romantico ,devo ammettere che l’ asse Lapponia – Roma ha qualcosa di sconvolgente. Come è naturale che sia.
Nell’ ottica lappone , questa corsa sfrenata al regalo a tutti i costi, questo pellegrinaggio da un negozio all’ altro, questo assalto morboso agli scaffali pieni di vestiti, accessori, cibi , dolci , suona molto strano. Si diventa bulimici senza saperlo. Un tipo di bulimia che riempe vuoti , colma spazi , si torna a casa con il portafoglio alleggerito ma con il cuore che ti dice che in realtà non te ne frega niente e che vorresti essere a 1000 km di distanzaPresa “in ostaggio” da una mia cara amica , la settimana di shopping nella capitale mi ha messo a dura prova. Non solo perché la mia carta di credito rilascia al massimo scontrini con un saldo pari a zero ma anche perché il ritmo frenetico della città è insostenibile. I negozi straripano di tutto, di gente, di merci. Tutto uguale, tutto in serie. Il tipico, l’ originale non esiste più. Consumo dei pasti frettolosi all’ impiedi , 16 euro per una cotoletta con patate accanto ad una ragazza dall’ aria sconvolta che dice di lavorare come precaria in uno studio di architettura. Dice che viene dalla campagna, dalla Puglia , dove ancora ci si siede a tavola, si pranza regolare . Le manca la natura, il verde, le campane del paese. All’ uscita, una troupe televisiva mi segue e una bella ragazza impellicciata e con due dita di make up mi dice se acconsento ad un intervista. Cercavano qualcuno che fosse toro o sagittario, peccato gli dico sono della bilancia. Scappano via accalappiando altri ignari che sperano nella buona stella e perché no avere un attimo di notorietà.
Nessuno fa più caso a nulla. Mendicanti ti fermano continuamente per strada, altri ti invitano a comprare delle rose, degli accendini. Cresce la diffidenza, la paura dell’ altro, che ti rubi, ti faccia perdere tempo, ti venda qualcosa. Mi fermo a comprare il biglietto del treno alle macchinette, non mi prende le 10 euro, forse sono un po’ stropicciate. Chiedo al mio vicino, che sta facendo la stessa cosa se ha altre 10 euro o due pezzi da 5. Mi guarda con aria scocciata, infastidita e mi risponde un brusco no. Poi ci ripensa, forse si è detto massì non sarà l’ ennesima truffaldina e mi dice,aspetti aspetti guardo nel portafogli e tira fuori due pezzi da 5 con il sorriso. Ci sentiamo entrambi sollevati e ci salutiamo con un cordiale buona giornata. Per dire…. Se si allenta la tensione ci si accorge che in fondo tutti ma dico tutti cerchiamo la stessa cosa. La seta di amore e di affetto è ricercata a qualsiasi latitudine e dei giorni particolari come il Natale rendono particolarmente sensibile questo argomento. Il guaio è che preso dal vortice degli eventi ti dimentichi inconsapevolmente che siamo a Natale. TI dicono auguri e ti dici, ma di cosa non è il mio compleanno !!


In lapponia invece ci sono i Tomte, gli gnomi protettori delle famiglie dei contadini. A pochi metri da casa anche io ne ho uno. Se ne sta dritto in piedi davanti a una piccola casetta e vigila sul benestare dei suoi abitanti. Secondo la tradizione tutti dovrebbero avere un tomte. Lui , protegge la tua casa, sorveglia gli animali nelle stalle . E poi ogni casa che si rispetti deve avere lo Julbock ovvero la capra del Dio Thor . Un Dio che solca i cieli con la sua slitta trainata da capre per proteggere il mondo dai cattivi.
Le finestre delle casette sono illuminate per tutta la notte con una sorta di candelabri di legno rosso dipinti a mano . Celebrano l’ avvento e rimarranno accese per tutto il periodo natalizio.
I due negozi di alimentari sono ricolmi di dolci Natalizi. Biscotti allo zenzero, brioche allo zafferano e maritozzi con la panna con un cuore di marzapane. Vendono pure un kit per costruire casette mangiabili di biscotto friabile, con tutti gli accessori per fare finestre, porte , mobili…il tetto si può fare con i mars. Ogni anno, come ogni modellino “ikea” che si rispetti non riesco mai a montare le finestre e quindi le mangio per prime per non rovinare ulteriormente l armonia della casetta. Il tetto mi crolla quasi sempre, forse ci metto troppe tegole e troppa glassa.
Il giorno di natale si va in slitta , tempo permettendo. La riserva del Rogen è a soli 10 km. Si preparano due slitte e ci avvolgiamo con coperte e calde pellicce di renna. I cani vogliono partire, non è prudente girargli intorno, sono troppo eccitati. L’ istinto alla corsa verso la libertà è troppo forte. Il loro abbaiare diventa assordante. Poi si toglie il fermo, la slitta comincia a muoversi e piano piano si sente solo lo scalpiccio dei cani sulla neve, il fruscio della slitta e il rumore del vento….
Che contrasto… mi è appena cascato l’ occhio su un libro appena uscito dal titolo : Negri, Froci, Giudei,.. l’ eterna guerra contro l’ altro… e penso con orrore l’ epoca che stiamo vivendo.
Penso ai miei animali, alla natura . alla neve, al mio mondo vestito di bianco che con una pennellata cancella ogni giorno le infamie . Apri la porta e non vedi altro che il bianco e il blu del cielo e ti senti in paradiso. Penso e ripenso che sono anche un “ animale sociale” e che tutto ha un prezzo.
La gita a Roma mi è piaciuta molta fin tanto che sono stata spettatrice. Bello rimettersi i panni della “femme fatale”, tacchi, trucco, borsa e scarpe alla moda. L’ ossessione della magrezza a tutti costi, del vestitino alla moda, di apparire bella e uguale alle altre . ma poi quando torno a casa alla sera e mi libero degli accessori ritorno sempre io e l’ io che mi porto dietro ha paura di ricadere nella trappola da cui credeva di essersi liberata qualche tempo fa.