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lunedì 12 dicembre 2011

Come la neve

La neve attutisce i rumori. Spesso cade in piena notte ed è il momento più bello. Attraverso i vetri la vedi scendere piano piano e non importa l’ ora vorresti subito correre  giù e calpestare per primo quel soffice manto.  La neve ricopre gli alberi, i tetti , le strade. Ricopre persino quei casermoni brutti laggiù che vorremmo togliere e non vedere mai più.  Ricopre i monumenti anneriti dallo smog e la spazzatura che orla  i bordi delle strade e che molti gettano via con noncuranza. Bottiglie di plastica, di vetro , fazzoletti , cicche di sigaretta , preservativi . Un ordinaria inciviltà che non accenna ad arrestarsi. Ricopre i cumuli di immondizia frutto di decenni di speculazione, ricopre scorie pericolose e residui di fabbriche poste accanto alle falde acquifere per avvelenare gente ignara.  Molti sanno ma nessuno infondo vuole vedere – mors  tua  vita mea -   
e la neve scende.
La neve scende  ad allietare i bambini, gli unici  che la amano davvero. Giocano  con le facce rubiconde e i nasini arrossati e non sembrano avere freddo. Anche gli adulti si lasciano andare e con la scusa di far giocare i ragazzini si divertono pure loro. E la neve scende. Per imbiancare anche le nostre coscienze. A Natale si diventa più buoni  e la neve ci riporta a tanto tempo fa quando eravamo piccoli. Ciascuno di noi ha un momenti  particolare da ricordare, un gesto, un profumo, un regalo. Forse eravamo più felici perché non c’ erano miriadi di cose come adesso.

Il periodo di Natale è quello più bello ed è anche il momento che la neve fa la sua comparsa. Dovrebbe.

Un tempo  quando l’ inverno si poteva definire tale, sciarpe , cappelli , guanti avevano ragione di esistere. Ci si vestiva bene bene  e ci piaceva un sacco  fare lunghe passeggiate. Adesso siamo forse più fiacchi, pigri e anche il tempo non ha più voglia di fare il suo corso. I negozi sono stracolmi di pesanti vestiti invernali. Grosse sciarpe, cappelloni, giubbotti imbottiti ci avvolgono come mummie. Ma per andare dove? Vi assicuro che nemmeno nei paesi nordici ci si veste così. Abbiamo perso anche il senso della misura Passeggiando per le strade cittadine si vede molte persone  indossare stivali con il pelo e intabarrati in sciarpone con temperature quasi primaverili. Se si schiatta di caldo poco importa . Lo stivale da 200 euro va comunque mostrato.

Nel paese dove vivo da  quasi 8 anni la neve permea le cose per 265 giorni l' anno. Appena la neve si raccoglie per le strade e si sporca  ecco che un altro manto di neve ricopre quello c' era prima e così via,   strato dopo strato,  giorno  dopo giorno . Nel territorio dei Sami , dove pascolano le renne i pastori appendono delle strisce di stoffa colorata per evidenziare il passaggio delle renne ed avvertire gli automobilisti in transito.  In queste distese aperte questi piccoli pezzeti di stoffa svettano sul manto innevato rompendo la monotonia del grigiore perenne.
A ben guardare è possibile avvistare qualche renna mentre con tutto il muso e aiutandosi con le corna cerca di scavare sotto la neve per trovare i licheni il  loro cibo preferito. E così che in queste giornate di neve e di vento è più facile uscire fuori che stare a guardare da dietro le finestre. Pochi km da casa e puoi persino tentare con gli sci ai piedi di raggiungere questi timidi animali, di toccarli e incominciare  credere  di essere veramente nella terra delle fiabe.












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