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martedì 31 gennaio 2012

Luce del Nord



Io e Ginger siamo simili. Entrambi amiamo gli spazi aperti e quell' irrefrenabile  istinto di fuga che si manifesta quando la realtà entra prepotentemente nelle  nostre vite imponendo cambiamenti di rotta. Più il tempo passa e più la condizione di avere degli scampoli di mondo, di terra, su cui rifugiarsi  diventa imprescindibile. Ginger ha un istinto formidabile - il vento gli  porta sempre  dei messaggi - alza il muso e protende tutto il corpo verso l'ignoto alla ricerca di un qualcosa che ha risvegliato istinti sopiti. E' un animale gregario abituato a stare nel pack , come una grande famiglia , nonostante le abitudine domestiche sente l' istinto della caccia, delle sfida, della preda. E' questione di un attimo, appena l' odore giunge  alle sue narici deve fuggire, inseguire qualcosa che noi umani non percepiamo  perchè non è sotto la nostra vista e nemmeno sotto il nostro fiuto. Purtroppo non sempre può seguire fino in fondo il suo istinto. Per quanto sia nato libero come me ha anche lui dei compiti, delle regole da seguire - condizione necessaria per la reciproca convivenza. Se potesse essere libero di vagare non avrebbe una lunga vita. Siamo nel territorio delle renne - nella mia zona ci sono due comunità di Sami - popolo  indigeno - allevatore di renne-   Anche per questo popolo l' allevamento è fonte primaria di vita, di lavoro di business-  e qualsiasi potenziale predatore che attenti alla vita delle renne  non verrebbe risparmiato. Per ovviare a questo e tutelare anche le altre specie animali- come ad esempio il lupo - il governo svedese ha attuato un programma al quanto singolare; ogni qualvolta un lupo si avvicina al terrorio dei sami viene narcotizzato e trasportato in altre aeree. Non so quanto questo sistema possa tutelare la vita di entrambi gli animali. Certo è la natura deve pure seguire il suo corso. E qualsiasi scelta e forzatura sulla natura sembra sempre inadeguata. 

C'è una luce speciale nel Grande Nord - cristallina , vivida -  sfuma nell' azzurro quando i raggi del sole e il cielo si riflettono sulla neve candida. Spesso folate di vento spostano cumuli di neve fresca da una parte all' altra formando una visione ottica molto particolare e simile ai deserti. Onde di neve bianca con sfumature di blu formano dei disegni  fantasiosi , dolci ondulazioni  che si susseguono l' uno sull' altra come ad inseguirsi. 
In un area così remota  il senso di appartenenza alla terra , alla natura si fa più vivido. Senza o quasi, la presenza umana e senza costrizioni, regole,incombenze, catene, quando  hai la fortuna di poter passare un pò di tempo in queste zone remote, cominci a valutare l' essenza delle cose. Ti sorprendi a guardare nei minimi dettagli , la consistenza della neve, le forme di vita che incroci durante le escursioni  come i piccoli lemming - simili a criceti- nascosti sotto la neve che fanno capolino dalle loro tane  per poi sparire repentinamente scavando tunnel sotto il manto innevato - le tracce delle volpi artiche , dei daini nelle ore notturne - le pernici bianche dalla livrea immacolata  che con fatisca si scorgono  sui rami di betulla  mentre si affrettano a prendere il volo. Anche Ginger come me è attento a tutto questo e spesso ci fermiamo per lunghi istanti a scrutare l' orizzonte.
Ognuno ha la sua dimensione e senz' altro la solitudine - termine temuto ai più - ha una sua valenza se è frutto di  una scelta.
E' un momento in cui a molti farebbe  bene soffermarsi -  non mi riferisco ad una solitudine sinonimo di emarginazione - di estraniazione da un contesto umano e sociale - ma quella  - per fare chiarezza per individuare priorità, che se bene chiare ci portano ad un rapporto più sereno con gli altri e con noi stessi. Una volta individuato ciò che per noi  è essenziale, importante - tutto il resto che ci circonda  è un corollario,  che può e deve esserci ma che non modifica le idee di fondo del proprio  essere. Per quanto possible la natura ci aiuta e in questo, mi sento più vicina ad essa anzichè ad una società il cui contesto se non dominato investe le nostre vite come un boomerang.
Per il Nord ho sempre avuto un attrazione speciale - non che non prediliga spiagge assolate - ma trovo nel Nord - nel Grande Nord - un mistero  particolare. Questa stessa luce, queste immense distese fatte di nulla  mi riportano alla creazione - quando tutto ebbe inizio.
Quando gli elementi si infuriano, il buio scende e folate di vento e neve gelida ti penetrano ovunque. L' istinto è scappare ma se per un attimo ti soffermi a guardare ti senti parte di quella furia , di quelle veemenza della natura - non vedi più niente se non le cime degli esili alberelli oscillare da una parte all' altra  poi - dopo qualche attimo - ritorna la luce - il vento si è fermato ed il paesaggio ancora nuovo , diverso. Nuove colline di neve si sono formate ed hanno ridisegnato le geometrie di un tempo, gli alberi ritornano nella loro posizione , le sue fronde hanno perso la neve e le  timidi pernici  ritornano a posarsi.
Questo improvvisarsi del tempo mi affascina. Il non costante, il fuori dagli schemi,  dalle righe se da una parte sconcerta dall' altra ti immerge in un equilibrio precario in balia degli eventi. Ed ecco che apprezzi di più le cose. Del resto lo avevano anche scoperto i giovani monaci tibetani. L' essere attaccati a certezze materiali e tangibili se da un lato trasmette  sicurezza dall' altro rivela la  nostra debolezze nelll' incapacità di afferrare ciò che non sempre si vede. E' in questo "afferrare" che sta il senso di tutto. Appropriarsi di ciò che uno ha di più intimo e che non si può misurare con la ricchezza,una casa, una macchina. Quel qualcosa che nonostante ciò che potrebbe accadere  nessuno potrà mai toglierci.