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domenica 17 luglio 2011

Con gli occhi dell' incanto

« Si c'est ici le meilleur des mondes possibles, que sont donc les autres? »
Voltaire, Candido o l'ottimismo, 1759)



Se devo dirvela tutta non amavo  Pippi Calzalunghe. Ogni volta che la vedevo in tv cambiavo istintivamente canale. Sarà stato per quei dentoni o per quelle lentiggini a me così odiosamente familiari ,la rossina con le code   proprio non mi  andava giù  Poi, crescendo ti ricredi in molte cose.   Le tue  idee mutano  si evolvono e il tuo modo di pensare cambia letteralmente. E allora cominci a rivalutare sensazioni  che prima non avevano importanza e cominci a dargli il giusto peso e la giusta dimensione. Durante la mia infanzia mai avrei potuto  immaginare che un giorno avrei percorso quelle stesse stradine che avevo visto molte volte in tv e mai mi sarei sognata di pensare che ci sarei andata così vicino da potere toccare i contorni di ciò che prima appariva assai sfumato.
 Non capita spesso di dormire e svegliarsi in una heritage, un sito dell’ Unesco, intoccabile per la sua beltà e importanza storica.  Un piccolo agglomerato di case in legno antico, scuro, fessurato dalle intemperie e  bruciato da un devastante incendio di molti anni addietro. Io mi trovavo nella sua parte più antica quella che i turisti prediligono nelle loro passeggiate solitarie alla ricerca di un tempo passato rimasto  pressoché intatto.  Da qui, pensando alla parte più frivola della storia del paese ma di capitale importanza per molti bambini, è passata  Pippi Calzelunghe e molti episodi sono stati girati in queste casette.
E’ un piacere svegliarsi e guardare fuori dalla finestra. Ti senti privilegiata. E’sempre un tempo immobile quello che  osservo. Quante volte ci siamo detti “vorrei che il tempo si fermasse”! Ecco, qui è proprio così.. Con un po’ di fantasia appena apri gli occhi e guardi dalla finestra ti aspetti da un momento all’ altro di vedere passare quella monella con tutti i suoi animali e allora non puoi fare a meno anche tu di uscire e seguire quell ‘ allegra brigata  dimenticando per un istante le tribolazioni quotidiane. Il privilegio di visitare questo paese  con gli occhi dell’ incanto ti fa assaporare quello che ai più rimane ignoto : un senso di libertà infinito. L’ istinto è quello di toglierti le scarpe e lasciarti solleticare dal’ erbe che cresce intorno alle case, di sedersi nelle vecchi panchine , sotto il tiepido sole e accarezzare con le mani il muschio spesso e compatto ai lati delle finestre delle piccole abitazioni. L’ erba sottile sottile cresce sui tetti e ricorda vagamente i capelli dei bambini appena nati dritti sulla testa che con un soffio si spostano tutti da un lato. Di contro a  questa atmosfera da idillio si  associa il paesaggio  circostante formato da terra scura , ove non vi cresce nulla , una terra di riporto delle vicine miniere oramai in disuso e aperte solo ai visitatori. Non ci sono rumori se non quelli della natura.

Di li a poco infatti , giusto dietro l’ angolo si può scorgere il fiume che scorre vigoroso e taglia come  a metà il paese . E' bello starsene a guardare dai  ponticelli di legno, la visuale è splendida. A volte, quando il vento soffia  vieni investito da leggeri spruzzi d’ acqua e ti soffermi con piacere inebriato da quella rinfrescata improvvisa. Passato uno dei tanti ponti ci ritroviamo su una grande piazza

Qua e là tavolini all’ aperto e gente che, in maniche di camicia, si rilassa  sotto il sole davanti ad un aperitivo. Ci sono pure negozietti allestiti per la bella stagione dal sapore di antico. Signore dai capelli bianchi, alte e austere espongono i loro ricami, altre mostrano  manufatti in betulla e vendono piccoli gnomi dalle lunghe barbe e dai colori brillanti che mettono subito allegria.
Ecco, ho deciso. Mi fermerò in uno di questi tavolini, magari ancora a piedi nudi. Cosa importa. Nessuno fa caso a cosa fai o chi sei. Se anche voi vorrete fermarvi potremo fare due chiacchere. Dove mi trovo? In fondo non ha importanza. Qualsiasi luogo va bene. Basta sapere guardare con gli occhi dell’ incanto.

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